Dopo l’intervista viene l’esplorazione e il primo contatto con il corpo nudo della bondager. Un’altra fase importantissima. Il Master, infatti, è un po’ come l’artista che prima di scolpire il marmo, di scrivere sulla pagina bianca, di intingere il pennello nei colori della tavolozza… deve capire in che modo stuzzicare e sollecitare la psiche e il corpo della sua allieva ponendosi domande che risulteranno determinanti al fine della piena riuscita dell’esperienza.
Soffre il solletico? Se si, dove? Che tipo di capezzoli ha – pronunciati, non pronunciati, con una grande o una piccola areola – e quanto sono sensibili? Ha un fisico sufficientemente atletico e in grado di mantenere a lungo una posizione? Quale è la consistenza dei glutei e quindi la resistenza allo spanking? E l’elasticità delle labbra vaginali, può sopportare l’uso di mollette e piccoli pesi? E’ facile all’orgasmo clitorideo o maggiormente alla stimolazione del punto G? Come reagisce alle carezze anali? Ai massaggi sotto la pianta dei piedi? Comunica le sue sensazioni con vibrazioni del corpo e gridolini, oppure tende ad irrigidirsi come una statua o, peggio, a tremare?
Nel Bondage e ancora di più nel BDSM la preparazione è essenziale, se si vuole vivere poi l’esperienza senza interruzioni e ripensamenti.
Stabiliti i limiti, starà alle capacità e alla sensibilità del Master avvicinarli, superarli magari, ma senza strafare. Avanzando per piccoli passi.
Il tutto e subito invece, non aiuta la neofita ad entrare in quella che io chiamo “trance erotica”. Anzi, il più delle volte la spaventa al punto da spingerla a chiudere al più presto esperienza.
Concludo chiarendo un altro concetto. Nel precedente post facevo riferimento alla differenza tra un rapporto di confidenza e uno di fiducia. La confidenza è importante per mettere a proprio agio la bondager neofita, ma quando comincia l’esperienza, il viaggio erotico (preferisco questo termine al più usato “sessione”), le distanze dovute ai diversi ruoli devono essere ristabilite.
Altra cosa è la fiducia. A volte si può avere più fiducia di uno sconosciuto ma esperto, che di una persona conosciuta ma inesperta.
E allora ribadisco: la fiducia si instaura attraverso il dialogo, un dialogo normalissimo, che serve alle due persone per conoscersi e per capire quale e quanta Cultura hanno in comune. Anche la Cultura infatti, è un importante mezzo di sottomissione psicologica e, al tempo stesso, un trampolino di lancio che aiuta a proiettare le menti più aperte verso un’esperienza totale e appagante.
La cultura è, da una parte sensibilità e dall’altra ricettività. Un fattore importante nei Mind Games, i così detti “Giochi di testa”.
Tutto questo per dire che Master non ci si improvvisa, ma si diventa con l’esperienza e la sperimentazione. Dubitate quindi del prolificare di Master, Padroni, esperti di bondage… e cercate affidare la vostra verginità BDSM solo a chi è veramente in grado di trasformarla in un’esperienza sempre diversa.
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