Bondage le emozioni e i desideri di chi è legato
Il bondage, pratica sempre più diffusa e apprezzata, resta per chi non ha mai sentito il desiderio di avvicinarsi ad una conoscenza più profonda di questa nobile arte, una sorta di mistero. La domanda che i curiosi, non attratti a livello sensuale dal bondage, si fanno più spesso, è cosa si prova a legare o ad essere legati. Spiegare a parole le sensazioni che scaturiscono dal desiderio di bondage è complicato. Quasi sempre infatti, la voglia di avvicinarsi a questa pratica, è quasi intrinseca. Generalmente, chi poi praticherà il bondage o ne sentirà solo il desiderio, ha provato , già prima di conoscere la pratica del bondage, precise fantasie sessuali. Si tratta di avere, per determinate situazioni sensuali, una predilezione, una sorta di attrazione, che trova poi sfogo naturale, nell’arte del legare. Difficile quindi ridurre ad un elenco le impressioni che scaturiscono dal bondage, tanto più a chi, nella fantasia, non subisce la malia di certe suggestioni. Ma proviamo a spiegare quali emozioni, almeno quelle più comuni e per così dire condivisibili, si provano per esempio, ad essere legati.
Accettare di essere legati è prima di tutto una dichiarazione incondizionata di fiducia nell’altro, che prescinde dal piacere o dalle sensazioni che possono scaturire da una sessione di bondage. Ecco che già da solo, questo abbandonarsi consapevole e consensuale, genera tra i partner una complicità emozionante, di per sé, capace di amplificare e aumentare meravigliosamente le emozioni .
Desiderio prepotente di chi ama farsi legare, è proprio quello di lasciarsi in balia di qualcuno. Mettere il proprio corpo a disposizione, essere per tutta la durata del gioco, alla mercé del partner. Perdere il controllo su se stesse, subire in un certo senso gli eventi, smettere di controllare tutto. Non aver margine di azione, per molti, significa finalmente riuscire ad abbandonarsi al piacere. Le corde, o qualsiasi altro mezzo usato per legare, realizzano una sorta di antitesi. Stringono, impediscono i movimenti, imprigionano il corpo, liberando il piacere, o facendo sentire chi è legato, finalmente libero di abbandonarsi e godere delle emozioni.
L’abbandono del corpo al partner per essere oggetto di bondage, ha anche una valenza di offerta. Significa donarsi, far dono di se all’altro, offrirsi e realizzare tutti i desideri .
Man mano che, con il bondage, le legature si fanno più complesse e strette, aumenta l’incapacità di muoversi. In modo proporzionale crescono le sensazioni che questa pratica regala. C’è, in chi è legato, in un crescendo di sensazioni, il passaggio dall’eccitato timore di non potersi muovere, alla sensualissima obbligata a rinuncia a rispondere, o meglio ad impedire gli stimoli, fino all’appassionata resa del corpo, stretto dalle corde.
Se il bondage è praticato all’interno di un gioco di Dominazione / sottomissione o è parte di un diletto sensuale di coppia, alle emozioni elencate, vanno sommati gli stimoli a cui sarà soggetto chi è legato. Ecco che chi subisce l’abbraccio delle corde, sarà oggetto di dolore o il piacere, dosato e regalato a seconda del gioco. La stimolazione di zone più o meno sensibili è un classico auspicabile, mentre imparare a gestire il piacere che si genera dall’immobilità e dall’essere costretti a mantenere una posizione più o meno, per così dire confortevole, arricchiscono di piacevolissima sensualità la pratica eccitante.
Le sensazioni che si generano da una sessione di bondage, possono addirittura quasi sopraffare chi è legato. Spesso infatti, ad essere immobilizzati, si impara procedendo per gradi. Non sono infatti da sottovalutare, l’eccitante timore di essere in balia di qualcuno, ne quanto piacere fisico possa scaturire da il non aver controllo sul proprio corpo.
Il bondage oltre ad essere una pratica legata al piacere è un’arte, e come tale persegue fini estetici. Non è solo la ricerca di emozioni fisiche ma anche della tensione alla bellezza. Il corpo si fa l’oggetto su cui praticare quest’arte e le legature, i nodi e tutto quanto è funzionale all’arte stessa, sono il compimento di questa disciplina.
Sottile è il piacere di rappresentare con il proprio corpo un’opera d’arte, essere l’oggetto di una ricerca estetico-sensuale che appaga tutti sensi.
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